DOV'E'
IL GUSTO?
Ecco un altro koan.1 Un
maestro offri al suo discepolo un melone.
" Come ti sembra? " gli domandò. " Ha gusto?
".
" Oh, si! Un gusto squisito! " rispose il discepolo.
Il maestro gli pose allora questa domanda: " Dov'è il gusto,
nel melone o nella lingua? ".
Il discepolo rifletté e si addentrò nei meandri di un complesso
ragionamento: " Il sapore deriva dell'interdipendenza, non
solo tra il gusto del melone e quello della lingua, ma anche
dall'interdipendenza tra... ".
" Stolto! Tre volte stolto! " lo interruppe il maestro,
in un impeto d'ira. " Perché complichi il tuo modo di
pensare? Il melone e buono. Basta questo per spiegarne il gusto.
La sensazione è buona. Di altro non c'e bisogno".
1 Koan:
sorta di problema che, nello Zen Soto, il maestro assegna ai
discepoli e la cui soluzione non può esser trovata
intellettualmente, bensì intuitivamente.
(Tratto
da: "La tazza e il bastone. Storie Zen Narrate dal Maestro Taïsen
Deshimaru" traduzione di Isabella Farinelli, Orsa Maggiore
Editrice)
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