Il luminoso cristallo
di Venere

di Laura Poggiani

(pubblicato su Sirio n. 233)

 

Eva Stream, una bella ragazza bionda, dal carnato pallido e piuttosto rotondetta, responsabile dell’ufficio passaporti del 21° distretto, osservava con disgusto il commissario Dumm che, senza troppi riguardi, addentava un’abbondante fetta di crostata di mele mentre erano seduti al bar di fronte.

- Ma che diamine! Non hai assolutamente riguardo per me che sono a dieta! Se fossi un vero gentleman, ti limiteresti a prendere un caffè giusto per farmi compagnia e non ti abbufferesti in questo modo indegno! – sbottò ad un certo punto Eva spazientita.

Dumm alzò il sopracciglio com’era solito fare quando qualcosa non gli piaceva troppo e continuando ad addentare la crostata rispose fermo: - Cara Eva, ma sei tu a dieta, non io! Anzi, lo zucchero è utilissimo per permettere ai neuroni cerebrali di lavorare con maggior agilità. – Lanciò un’occhiata ironica alla collega e aggiunse: – Ecco perché, mia cara, le persone che sono sempre a dieta sono più nervose e riflettono meno. E poiché voi donne siete perennemente a dieta, ecco la ragione della vostra inguaribile incoerenza! – Sorrise serafico mentre compiaciuto ordinava al cameriere un’altra fetta di torta.

Eva lo fulminò con un’occhiataccia e rispose acida: - Se continui a mangiare così tanto, dubito proprio che i tuoi neuroni saranno a lungo agili. Anzi, saranno presto così grassi da mettersi tutti seduti rifiutandosi di lavorare! – Sospirò e poi aggiunse: -  Purtroppo non riesco a dimagrire, anche un semplice bicchier d’acqua mi fa aumentare di peso e nel vedere tutti quei bei dolci… - la voce le si incrinò leggermente – beh, mi prende la depressione! –

-Perché non segui la Luna? – le chiese allora il commissario mentre ormai anche la seconda fetta di dolce era stata letteralmente polverizzata .

- La Luna? E’ un po’ difficile seguirla, ha una velocità un po’ diversa dalla mia! – rispose ridendo Eva.

- Intendo dire – riprese paziente Dumm – che per dimagrire forse è meglio se inizi la tua dieta con la fase di Luna calante. Vedrai, se fai come ti dico, diventerai una top model! – e così dicendo, si accinse a pagare il conto al cameriere per poi rientrare nel distretto dove lo attendevano i soliti verbali da redigere.

Fu allora che, casualmente, la sua attenzione fu attratta dalla coppia seduta al tavolo vicino al loro. La donna, piuttosto minuta e dall’aria schiva,  indossava un foulard e dei grossi occhiali da sole, mentre l’uomo, un ragazzone atletico, sembrava un po’ a disagio. – Patricia! Pat, sei proprio tu? – chiese in quel momento una voce più distante, mentre istintivamente la donna ebbe un sobbalzo. Poi si voltò verso l’uomo appena entrato, lo osservò per un attimo, sorrise e disse a voce bassa ma ferma: - Si sbaglia, signore. Il mio nome è Maggy, non è Patricia, mi confonde evidentemente con qualcun altra – E prima di dare modo all’uomo di replicare, la coppia si alzò, lasciò i soldi della consumazione sul tavolo e uscì dal locale.

Dumm si voltò allora verso la sua compagna che aveva approfittato del suo attimo di distrazione per acquistare a sua volta una fetta di dolce da portare via.

- Eva, sei proprio una Cancro! – commentò sornione il commissario – non sai resistere allo zucchero! –

- Beh, un po’ di dolcezza tra le tante amarezze della vita! – replicò pronta lei e si avviarono insieme all’uscita.

 Assorbito dal lavoro Dumm non fece caso alla porta che si apriva e così, voltandosi, non poté evitare di trasalire trovandosi improvvisamente di fronte Perry, insolitamente serio.

 

- Che succede? – chiese Dumm all’assistente.

 - Ha presente la Welch della stradale…, sa, quella zitel… cioè, quella brunetta ancora libera, piuttosto bruttina…, la tipa su dei passaporti, la Stream, le ha detto che io e lei siamo compatibili. Le ha fatto una stranezza per stabilirlo… -

Dumm inarcò il sopracciglio: - Stranezza? Che stranezza? – Restò un attimo pensieroso poi sorrise. – Perry! Sinastria, si chiama, non stranezza. Eva è una romantica e fa spesso questo tipo di comparazione oroscopica tra due persone per vedere se vanno d’accordo. –

- Sì capo ma… lei mi ha sempre detto che io sono un imperioso Ariete, con Venere al quadrato di Urano e che difficilmente troverò una donna da sposare. E infatti non la cerco! Invece alla Welch è stato detto che solo lei può farmi capitolare… e così me la ritrovo appresso ovunque! Faccia qualcosa, parli con la Stream e le dica che io proprio con le Aquario non ci lego! Se poi lavorano alla stradale e si chiamano anche Welch allora l’incompatibilità è assoluta! –

- Hai ragione, una Capricorno per un Ariete andrebbe senz’altro molto meglio! – concluse Dumm e prese il giornale che Perry gli porgeva. Una notizia attrasse la sua attenzione: alla Fondazione Craig si era verificata un furto miliardario approfittando della mostra appena organizzata sui diamanti. Dumm corrugò la fronte pensieroso.  

Più tardi, commentò la notizia con Eva Stream mentre, uscendo, si recavano alle rispettive auto, parcheggiate in una traversa poco lontano. Il giornale descriveva come fosse stato rubato un unico pezzo, ma di inestimabile valore: il diamante azzurro appartenuto ai sovrani della Birmania. Eva Craig prese il giornale per leggere a sua volta la notizia e fu allora che notò un trafiletto di spalla all’altro articolo. Riportava la morte di un pregiudicato, Anthony Gillian, famoso nell’ambiente per essere un ladruncolo sempre a caccia del “colpo grosso”. Eva lesse con particolare attenzione la notizia perché Gillian aveva usato varie identità, ben 3 in 6 mesi, costringendola ad accurati controlli sui documenti falsi che in varie occasioni costui aveva presentato. La notizia diceva anche che si erano perse le tracce dell’unica testimone, la sua compagna, e vi era pubblicata anche una piccola foto, non troppo chiara, che raffigurava una ragazza bruna.

 Dumm lesse a sua volta la notizia dopodiché alzò gli occhi e vide una ragazza, con un foulard e dei grossi occhiali da sole, attraversare rapidamente la strada a qualche metro di distanza. – Guarda, Eva. La ragazza del bar! – disse allora Dumm.

Eva lanciò una veloce occhiata nella direzione indicata dal collega, poi scosse la testa – Mah, non mi ricordo. Mi fido però del tuo spirito d’osservazione. Abiterà da queste parti. –

Dumm prese nuovamente il giornale per leggere ancora la notizia: la morte di Gillian contemporaneamente al furto in una prestigiosa mostra sui diamanti era forse una coincidenza? Rilesse con attenzione il trafiletto e, alzando gli occhi, vide nuovamente la ragazza con foulard e occhiali vista in precedenza. Sì, doveva evidentemente abitare in quella zona, per vederla così frequentemente. Si era fermata al semaforo mentre un soffio di vento più forte degli altri le sfilò il foulard che la ragazza riafferrò al volo, senza però riuscire ad evitare che, almeno per un attimo, fossero visibili i suoi capelli castano scuro. Istintivamente Dumm la confrontò  con la ragazza della foto sul giornale. Con un sussulto pensò che potevano essere la stessa persona. Stessa altezza e anche la fisionomia sembrava identica. Dumm ricordò all’improvviso il sobbalzo della ragazza che era stata chiamata Pat e cercò il nome nell’articolo ma trovò solo le iniziali: P.B. Pat come Patricia? E cosa faceva in quella zona?

Fece cenno veloce alla collega e in pochi secondi furono al fianco della ragazza che adesso stava attraversando la strada. Come raggiunse l’altro marciapiede, Patricia fu fermata e obbligata a seguire i due ispettori al distretto.

Patricia Blank  non ebbe difficoltà a rispondere alle domande del commissario Dumm che anzi, sfidava con gli occhi con l’orgoglio tipico del Leone. – Si, è vero, sono la ragazza di Richard. O meglio, ero perché adesso lui è morto. –

- Qui si dice che lei è stata testimone dell’omicidio… - rispose Dumm mentre le mostrava il giornale.

- Sì ed ho già segnalato l’autore del delitto alla polizia che mi ha interrogata. E’ stato George, il suo migliore amico. O meglio, si professava come tale, ma in realtà alla prima occasione non ha esitato a regolare i conti ed avrebbe ucciso anche me se non fossi riuscita a scappare avvertendo la polizia! –

- E qual’era stato il motivo dell’omicidio? – chiese il commissario

- Motivi di denaro. George sosteneva che Richard lo aveva fregato in un certo affare, hanno discusso e nella lite, George ha perso il controllo, gli ha puntato contro la pistola e ha fatto fuoco. –

Il commissario Dumm, come sua abitudine, prese le effemeridi e tracciò il grafico orario chiedendo se la morte di Richard fosse collegata in qualche modo al furto del diamante azzurro. L’Ascendente cadeva in Gemelli e Mercurio era collocata in VIII Casa rappresentando bene la morte di Richard per motivi di denaro ottenuto da qualche furto. La Luna in Ariete era in aspetto al Sole e a Venere a indicare come effettivamente esistevano dei collegamenti tra la morte e il furto. Venere però sottolineava anche il ruolo preminente di una donna quindi Dumm si rivolse ancora a Patricia. – Io credo, piuttosto, che il motivo della morte di Richard sia il furto del diamante azzurro. –

Perry chiamò da un lato il commissario. – I colleghi del 34° distretto, dove Gillian è stato ucciso, ci hanno appena comunicato che la nostra ospite è sospettata di aver compiuto, assieme alla vittima e ad un basista, la rapina alla Fondazione Craig. Hanno setacciato il suo appartamento ma non hanno trovato nulla. –

Dumm tornò a guardare il Tema orario e fissava affascinato quella Venere al MC vicino al Sole. – Dobbiamo fare un sopralluogo! – disse deciso a Perry e, portando Patricia con loro, si recarono all’appartamento della ragazza.

Era un semplice monolocale, arredato in modo sobrio ed essenziale: un tavolo, con un vaso di fiori finti, accanto alla finestra, uno scaffale, un divano letto. La stanza era già stata setacciata dagli agenti alla ricerca del diamante, ma senza risultato: di questo nessuna traccia. Dumm si guardò attorno, prese la sua carta oraria e la rapportò all’appartamento. Poi sorrise e disse a Perry: - Venere rappresenta l’arte, i fiori ma anche il cristallo, il Sole invece simboleggia la luce… - Così dicendo alzò lo sguardo verso il lampadario a goccia che giocava con i raggi del Sole. Osservò attentamente le gocce che pendevano verso il basso e tra queste ne trovò una più brillante e dai molteplici riflessi azzurri.

- Ecco qua. Il diamante che stavamo cercando! – e così dicendo, lo porse ad un agente.

Patricia abbassò gli occhi. – Io e Richard, con la complicità di George, abbiamo compiuto il furto. George voleva vendicarsi di Anthony Craig, il proprietario della Fondazione che era in procinto di licenziarlo e così ha fatto da basista, manomettendo i sistemi di allarme. Appena compiuto il furto, però, lui e Richard si sono messi a litigare per il diamante e su chi dei due dovesse tenerlo fino a che non si calmavano le acque. A quel punto Gorge ha estratto la pistola ed ha sparato uccidendo Richard ed io ho fatto appena in tempo a scappare con la pietra. Gorge è stato arrestato per l’omicidio di Richard ed io ero sicura che non avrebbe raccontato del furto. Così ho fatto perdere le mie tracce, cambiando zona e appartamento, in attesa di poter prendere una aereo per il Messico. – Patricia fece un lungo sospiro, poi proseguì il racconto. – Ma qualche giorno fa,, in un bar, il fratello di George mi ha riconosciuta e mi sono spaventata. Stavo prendendo accordi per lasciare il paese e non mi potevo permettere che George sapesse dove stavo. Avrebbe mandato qualcuno ad uccidermi. Mi sentivo infatti pedinata ma ero sicura che, comunque il diamante fosse in un posto ben sicuro… - sorrise amaramente osservando il lampadario, ormai privo di una goccia, che continuava a riflettere la luce del sole.

Il commissario Dumm si avviò alla porta pensando di fermarsi al bar prima di rientrare in ufficio. Aveva giusto bisogno di mangiare qualcosa.

 


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