Un Mercurio galeotto di Laura Poggiani (pubblicato su Sirio n. 233) |
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Il
commissario Dumm osservò con la coda dell’occhio la sua figura riflessa
nello specchio mentre, con la lente di ingrandimento come un novello
Sherlock Holmes, perlustrava la sua camera alla ricerca della sterlina
d’oro, regalo di suo padre il giorno in cui si era iscritto
all’Accademia di Polizia. Bel giorno, quello, pensò tra sé mentre
continuava a camminare avanti e indietro per la stanza soffermandosi sopra
ogni fessura, ogni scannellatura del pavimento o della parete. L’aveva
appena individuata quando un forte rumore alla porta lo fece sobbalzare e,
dimenticandosi della mensola sporgente proprio sopra la sua testa, si alzò
di scatto e con un gemito di dolore, vide tutte insieme le sue adorate
stelle… fisse! “Commissario!”
Esclamò una voce affannata mentre il commissario Dumm si stava
massaggiando il bernoccolo ormai vistoso. Perry! Ancora una volta, da buon
Ariete che era, entrava come se fosse inseguito da una muta di cani
facendolo sobbalzare con i
suoi richiami concitati. “Dimmi,
Perry, che sta succedendo?” Sospirò
rassegnato mentre si accingeva ad afferrare le sue inseparabili effemeridi
per capire quale transito fosse
attivato in quel momento. Certamente qualcosa di negativo perché Perry
non poteva portare che brutte notizie. “Commissario,
abbiamo rinvenuto il cadavere di una ragazza. Pare sia un’impiegata
“particolare” del noto impresario teatrale Birch. “ “Particolare?
In che senso, Perry?” chiese il commissario. “Beh,
commissario… Dalle prime indagini svolte, pare che tra i due ci fosse
una relazione ma, com’e’ noto, l’impresario Birch e’ sposato e la
moglie e’ molto gelosa. Potrebbe essere la solita storia, un dramma
della gelosia con finale drammatico!” Il
commissario afferrò il soprabito seguendo il suo collaboratore. Mentre
stava per chiudere la porta dietro di sé afferrò al volo le effemeridi. Il
cadavere giaceva riverso a terra, nella sua abitazione, con evidenti
lividi sul collo. “Si
chiamava Melissa Colbert” disse un poliziotto. Il commissario Dumm
leggeva assorto i documenti della ragazza. I tratti del volto, molto
marcati, decisi ed i folti capelli ben si adattavano ad un ascendente
Leone. L’ascendente, si sa, determina infatti l’aspetto fisico.
Sicuramente, pensò il commissario, aveva cercato di ottenere un rapporto
più solare, meno nascosto di quello che l’impresario poteva offrirle.
“Indossava dei gioielli, immagino” disse al poliziotto che lo guardò
sorpreso. “Sì, una collana dalla foggia un po’ particolare e vistosa
che però si deve essere rotta nella colluttazione. La ragazza
evidentemente, deve aver provato a difendersi ed il gioiello era caduto a
terra. Lo abbiamo appena rinvenuto”. Già,
pensò il commissario che nel frattempo aveva aperto il suo libro di
effemeridi, oltre che l’ascendente, in Leone doveva avere sicuramente
anche il Sole che, cadendo così in I Casa, l’avrebbe
resa piuttosto
combattiva. La Luna nel romantico Segno dei Pesci era congiunta al severo
Saturno, nell’VIII Casa. Il commissario inarcò il sopracciglio destro:
proprio in quel momento Marte
era al quadrato di quella congiunzione assieme a Venere mentre Nettuno si
opponeva al Sole e all’Ascendente. “Forse
faceva uso di droghe… Meglio eseguire un esame tossicologico” disse a
Perry. “Intanto vediamo chi sono gli indiziati. Falli entrare”. Perry
introdusse nella stanza un ragazzo piuttosto giovane, in jeans e capelli
corti. “Sono David Meals. Ho conosciuto Melissa casualmente, una sera,
mentre curiosavo in una chat. Mi e’ sembrata una ragazza simpatica e così
mi sono fermato un po’ a chiacchierare con lei. Abbiamo poi scambiato
qualche mail e alcuni sms” Il
commissario Dumm abbassò gli
occhiali che ormai da qualche anno gli servivano per leggere portandoli
direttamente sulla punta del naso e, alzando gli occhi verso il ragazzo,
gli chiese “…alcuni…cosa?” Il
ragazzo sorrise, prese una gomma da masticare e con aria saccente rispose
“ma si, i messaggi sul cellulare! Insomma, ci siamo trovati simpatici e
abbiamo deciso di incontrarci. Sa, io sono un Gemelli asc. Aquario, amo le
novità, la tecnologia… Ma il mio Marte in Scorpione mi fa preferire
anche qualcos’altro…” e ammiccando aggiunse “intendo le belle
ragazze”. “Avete
avuto una relazione?” chiese il commissario. “Sì,
ormai durava da un paio di settimane… Ma io mi ero stufato e intendevo
scaricarla. Sa, commissario, ormai stava diventando troppo possessiva e io
preferisco la libertà”. Fu
poi la volta dell’impresario. Il volto sconvolto, gli occhi arrossati
mostravano una grande emotività incontrollata. D’altra parte era un
Pesci con l’asc. Ariete ed il Sole in XII, a sottolineare, oltre che una
grande sensibilità, anche la tendenza ai legami extraconiugali. “Ancora
non riesco a crederci!” diceva intanto l’uomo “Non intendo
assolutamente nascondere che ero innamorato di lei e non sarei mai stato
capace di farle del male.” Il
commissario lo ascoltava in silenzio mentre sfogliava le sue effemeridi.
Ecco qua: Marte in Bilancia al quadrato della Luna in Cancro: era evidente
che l’impresario andava ricercando una figura materna nelle donne che
incontrava e che con queste aveva però un rapporto conflittuale con
possibili scatti aggressivi dati o ricevuti. Sì, quella quadratura non
deponeva certo a suo favore aggravata poi dalla posizione debilitata di
Marte bilancino mentre il Sole in Pesci e in XII parlava di bugie anche
fantasiose. Il commissario inarcò un sopracciglio ancora una volta e
disse “Avanti, sia sincero! Vuole forse negare che proprio in questi
giorni avete litigato furiosamente? E che si e’ lasciato trasportare
dalla sua aggressività fino a picchiare la vittima?” L’impresario
impallidì improvvisamente. “Come fa a…? Chi le ha detto queste
cose?” Poi, raccogliendo un fazzoletto dalla tasca, si asciugò il
sudore e annuì “Sì, e’ vero, abbiamo litigato furiosamente due
giorni fa. Lei voleva che io lasciassi mia moglie e mi ha messo di fronte
ad un ultimatum. Ha detto che, in caso contrario, mi avrebbe lasciato ed
io non ho più saputo controllarmi ed ho iniziato a picchiarla… Solo un
paio di ceffoni, niente di più, mi creda! Lei ha iniziato a gridare ed io
mi sono spaventato e sono scappato via ma non l’ho uccisa io!” Il
commissario Dumm osservò la donna che adesso entrava nella stanza. Un
po’ attempata ma molto signorile, elegante, dai modi raffinati così
come si conviene ad una Bilancia. Certo, peccato avesse Marte in Vergine
al quadrato di Giove in Sagittario mentre il Sole era congiunto a Nettuno,
rendendola un po’ svagata e certamente con qualche nevrosi da superare.
Marte-aggressività in aspetto negativo a Giove-parola,
inoltre, le conferiva una capacità di esprimersi assai tagliente e
un po’ invadente. “Commissario,
francamente non capisco perché vuole sentire anche me. Io ero a casa,
dormivo profondamente,,,,” “Aveva
preso un sedativo, immagino” commentò il commissario mentre ancora
pensava a quel Nettuno che, notava adesso, aspettava negativamente anche
la Luna in Ariete, con una stretta opposizione. Certo, i sedativi dovevano
essere una componente molto marcata nella vita di Cheryl Birch. “Esatto,
commissario, uso dei sedativi. E piuttosto forti, tanto che mi ha
svegliata la polizia che ha praticamente fatto irruzione in casa alla
ricerca di mio marito per interrogarlo!” L’impresario,
presente al colloquio, iniziava a mostrare segni di serio imbarazzo.
“Cheryl, per favore! Possibile che devi sempre esagerare? Gli agenti
hanno semplicemente bussato alla porta per farmi alcune domande…” “Si,
ecco! Contraddicimi sempre come tuo solito!” rispose stizzita la moglie
“Resta comunque il fatto che stavo dormendo un sonno profondissimo e mai
e poi mai avrei potuto compiere una cosa così… così….” Guardò con
visibile disgusto il cadavere, poi un sorriso le illuminò il volto e,
dopo un sospiro che a Dumm sembrò di vero sollievo, aggiunse “Così
necessaria! Commissario, quella donna era solo una rovina famiglie! Ha
distrutto la mia vita, mi ha portato via mio marito e non ha mai mostrato
un briciolo di rimorso! L’ho anche implorata, in nome dei miei bambini..
Che almeno pensasse a loro, se non le importava niente di quanto soffrissi
io! Ma lei mi ha solo riso in faccia! Non mi dispiace affatto che sia
morta, vorrei solo che ad ucciderla fossi stata io… Ma non ne avrei mai
avuto il coraggio!” e mentre diceva quest’ultima frase, Cheryl si
accasciò in lacrime su una sedia lì vicino mentre il marito continuava a
osservare un punto indefinito davanti a sé. Poi, dopo un momento che
sembrava di silenzio interminabile, disse sottovoce “Hai ragione Cheryl.
Ho commesso molti errori, mi ero veramente innamorato di Melissa… E
invece lei mi tradiva!” Alzò gli occhi verso il commissario e aggiunse
“Voleva lasciarmi perché non riuscivo a decidere tra lei e la mia
famiglia… Ma ho scoperto che invece aveva una relazione con quel tipo là
fuori, uno di almeno 10 anni più giovane di lei! Me lo ha sbattuto in
faccia proprio quando abbiamo litigato, l’altra sera. Mi ha elencato
particolari piccanti di ciò che l’altro era in grado di fare mentre io,
invece, sapevo solo essere preda dell’indecisione”. Così dicendo,
raccolse il volto tra le mani e amare lacrime gli rigarono il viso. Il
commissario Dumm era molto pensieroso. Tutti e tre gli indiziati
principali avevano un ottimo movente per uccidere la vittima. Chi tra loro
era l’assassino? Decise di prendersi una pausa in quanto, come ribadiva
sempre suo nonno “la fretta e’ del diavolo e con la fretta si
commettono solo errori”. Così, sospirando, riprese a sfogliare le
effemeridi. Notò
proprio in quel momento che Mercurio era retrogrado e sorrise: quelli
erano sempre ottimi periodi perché i malviventi commettevano sempre
errori sostanziali e anche i casi più difficili trovavano veloce
soluzione. Chiuse il libro e decise di prendersi un caffè. “Commissario!
Commissario! Legga qua!” urlò come sempre all’improvviso Perry. Ma a
quel ragazzo le corde vocali non si inceppavano mai? Sorrise, mentre Perry
si avvicinava correndo rischiando
persino di finire sotto un’auto attraversando precipitosamente la strada
per venirgli incontro. Ah, quell’Ariete! Sempre di corsa, sempre
impaziente! Un giorno o l’altro doveva controllargli il Tema perché
sicuramente, con quelle corde vocali così possenti, doveva avere Venere
in Toro. “Dimmi,
Perry” disse Dumm “Hai appena vinto alla lotteria oppure ti sta
andando a fuoco l’appartamento che hai al 40mo piano?” Perry
esplose in una grassa risata “Ma no, capo, niente di tutto questo!
Volevo solo dirle il risultato del rapporto del Coroner che, come da lei
richiesto, ha eseguito l’esame tossicologico sul corpo della vittima.
Ebbene, ha trovato traccia di un veleno potentissimo, che ha la capacità
di provocare la morte bloccando tutte le terminazioni nervose. Ma e’
strano capo… La vittima non e morta avvelenata…” Dumm
si fece pensieroso. “E
ancora, la vittima presentava lesioni in tutto il corpo ma lesioni interne
così che non erano visibili. Si direbbe che fosse stata picchiata con
alcuni colpi ben precisi, assestati in zone comunque vitali. Insomma,
capo, questa poveraccia la volevano proprio morta!” Perry
s’illuminò di colpo”! Mercurio ancora una volta non l’aveva tradito
e la soluzione era presto raggiunta. Di
fronte a lui nuovamente tutti e tre i maggiori indiziati. “Signori,
adesso vi dirò come sono andate le cose…” cominciò “Tutti voi
avevate un ottimo motivo per uccidere Melissa… E tutti e tre lo avete
fatto. Quel pomeriggio, ignorando i brutti transiti che la stavano
affliggendo, Melissa incontrò infatti David. Non credo affatto che
avessero una relazione da lungo tempo, bensì solo una piacevole storiella
allacciata via Internet. Quello era il loro primo incontro,vero David? Lei
ha visto la vistosa collana di Melissa, ha pensato subito che
doveva valere molti soldi e da buon Aquario spregiudicato qual’e’, ha
cercato di rubarlo ma Melissa deve essersene accorta. Avete litigato…” David
chiuso in un ostinato mutismo non annuiva ne’ negava e Dumm proseguì
“Magari cominciò a insultarla e lei ha perso la testa. Ha iniziato a
stringerla al collo e quando la ragazza e’ svenuta, a quel punto ha
tentato di strapparle la collana, che infatti si e’ rotta. Ma ecco
l’imprevisto. Ha sentito arrivare qualcuno e, lasciatala cadere,
velocemente, con l’agilità dei Gemelli e della sua giovane età, ha
prontamente adagiato Melissa, che probabilmente non era ancora morta, a
terra ed è scappato dalla finestra.” David,abbassò
gli occhi e rispose “I medici sostengono che sono cleptomane. Quando
vedo qualcosa che mi piace, non resisto e devo prenderla. Melissa però si
è arrabbiata e ha iniziato a urlare. Non volevo farle del male, solo far
sì che stesse finalmente zitta!”. Il
commissario Dumm, dopo una breve pausa, riprese implacabile. “Ma Melissa
non era morta. Infatti ha avuto il tempo di riprendersi mentre nel suo
appartamento arrivava Birch, geloso e furibondo perché aveva intuito che
Melissa aveva incontrato David. Probabilmente ne e’ nato un violento
litigio…” L’impresario
Birch annuì in silenzio. “E mentre erano impegnati a litigare, nessuno
dei due ha notato la porta aprirsi ancora e Cheryl entrare. Ha notato la
bottiglia d’acqua sul tavolo e vi ha introdotto il veleno per poi uscire
di nuovo e scappare velocemente a casa, a prendere il sonnifero e
attendere la notizia della morte di Melissa. Così Melissa, ancora
stordita dal mancato strangolamento, inseguita dalle urla di Birch, si
e’ avvicinata alla bottiglia per bere dell’acqua. Ne ha preso un
bicchiere mentre la lite degenerava e come altre volte, Birch ha iniziato
a picchiarla. In quel momento il veleno ha fatto effetto e la ragazza si
e’ accasciata al suolo mentre Birch, pensando di essere stato lui ad
ucciderla, scappava via”. “E’
andata come ha detto lei” confermò allora l’impresario “mia moglie
mi ha confessato tutto stasera, prima di venire qui ma nessuno di noi due
pensava anche a David…” Dumm
osservò gli agenti che portavano via i coniugi Birch e David, mentre
sorridendo tra sé pensò che ancora una volta le sue amate stelle gli
avevano dato una preziosa mano a risolvere l’enigma. Prese il soprabito
mentre Perry, con voce sorpresa, gli diceva “Capo! L’auto non ne vuol
sapere di entrare in moto. Avevo detto di farla controllare… Invece ci
ha piantati in asso proprio ora!”. Con un sorriso serafico Dumm pensò a
Mercurio retrogrado che provocava spesso guasti nelle auto e lentamente si
diresse verso casa, a piedi.
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