|
Mago Virginio era in grande agitazione. Stava infatti per arrivare suo cugino Porfirio, anche lui mago ma un po' particolare. L'ultima volta che si erano incontrati, a casa di Mago Porfirio, Virginio era diventato matto dal caos inverosimile che lì vi regnava e ancora non si capacitava di come Porfirio riuscisse a muoversi in quel disordine. No, no, Virginio voleva che tutto fosse a posto, soprattutto nell'armadietto delle pozioni magiche. Aprì l'anta e lanciò uno sguardo amorevole a tutte le ampolle ivi contenute... e proprio in quell'attimo una folata di vento improvviso fece sbattere l'anta dell'armadietto che si richiuse proprio sul dito di Virginio strappandogli un urlo di dolore.
- Virginio, cugino mio! Che gioia vederti dopo tanto tempo! Ma che fai, controlli le pozioni mancanti? Ah, Ah!
- e con una grassa risata Porfirio richiuse garbatamente la porta che aveva spalancato pochi attimi prima.
Virginio represse un'imprecazione a stento e abbozzò un timido sorriso che però gli si gelò in volto non appena vide Porfirio che, posata la pesante valigia in un angolo, si recava deciso verso l'armadietto delle sue amate pozioni! - No, fermo, non... - La voce gli si chiuse in gola. Troppo tardi, Porfirio era già all'armadietto e aveva preso almeno una decina di ampolline. Virginio abbassò lo sguardo per non vedere il disastro che di lì a poco sapeva si sarebbe verificato.
- Suvvia, Virginio! Sono venuto apposta per preparare assieme la magica pozione dell'invisibilità e ricordo perfettamente quali sono gli ingredienti! Beh, o almeno quasi tutti! - Con una nuova, grassa risata Porfirio si portò vicino al pentolone collocato dentro il camino mentre Virginio cercava di distrarlo riprendendo cautamente una ad una le preziose ampolle. - Porfirio carissimo, non pensi che sia meglio per prima cosa che tu prenda possesso della tua camera? Poi è praticamente ora di pranzo e... - Al suono della magica parola "pranzo" gli occhi di Porfirio si illuminarono di gioia! - Ma certo, Virginio carissimo! Prima il piacere e poi il dovere! - e così dicendo, lasciò andare le ampolle che un ansioso quanto previdente Virginio aveva prontamente pensato di afferrare al volo, prima che si disintegrassero al suolo con il loro prezioso contenuto.
- Porfirio, ogni volta che ti vedo mi togli dieci anni di vita!- commentò sarcastico Virginio mentre riponeva le preziose ampolle di nuovo nell'armadietto. Gli fece eco una nuova risata di Porfirio. - Intendi dire che io porto finalmente un tocco di magico disordine nella tua vita troppo ordinata? Sinceramente non riesco a capire come fai a trovare la tue cose quando girando attorno lo sguardo trovo solo contenitori, armadietti e cose simili! Molto più bello avere tutto a portata di mano, magari sul tavolo... -
Sì, Virginio ricordava bene il tavolo di Porfirio: un caos di ampolle, libri, avanzi del pranzo, il tutto mescolato assieme. Che orrore. Sviò il discorso. - Piuttosto, Porfirio, su chi effettuerai la prova per vedere se la tua formula è giusta? - chiese con non chalance Virginio.
Porfirio si guardò attorno e gli occhi gli caddero su Sumeris, il gatto nero di Virginio che in quel momento riposava beato accanto al caminetto. - Il gatto andrebbe benisimo! - sentenziò Porfirio. A quel punto sia Virginio che il gatto ebbero contemporaneamente un sobbalzo.
- Il mio gatto? - rispose esterrefatto Virginio - Non capisco cosa ti abbia fatto di male, povera bestia! -
- Sai che io detesto i gatti... e poi non capisco quale sia il problema. Lo rendiamo invisibile e poi lo facciamo ricomparire, no? -
- Già. Peccato che le tue formule presentino sempre delle incognite ed io non vorrei restare senza gatto! - rispose secco Virginio. Intanto Sumeris, facendo finta di acchiappare il solito scorpione che allegramente scorazzava tra una piastrella e l'altra del pavimento, si allontanò alla chetichella per portarsi prudentemente alla larga dalla zona operativa di Porfirio.
- Facciamo così - rispose cauto Virginio - lasciamo stare per ora le cose animate e pensiamo invece a quelle inanimate. Ho giusto qua un'agenda vecchia che farei sparire volentieri, anche perché se la vedono quei due balordi di Sagitta e
Bilanz non so proprio cosa mai potrebbe succedere... - Poi osservò la gigantesca bistecca che Porfirio stava ingoiando in pochi secondi e si chiese se non sarebbe stato meglio far sparire il suo frigorifero o meglio ancora Porfirio stesso! Dopotutto però quello strano cugino era simpatico e buono e quindi Virginio concluse che la vecchia agenda poteva andare benissimo.
Dopo pranzo e l'immancabile riposino dal lungo viaggio di Porfirio, prima che il Sole se ne andasse a illuminare il lato nascosto di Astralis, i due maghi si misero all'opera. Virginio prese delicatamente le sue sacre pozioni mentre Porfirio ripassava mentalmente la formula da pronunciare. - Barbaris... no, no. Birbaras... no, nemmeno! - con un gesto stizzito pensò che ormai la sua memoria non era più quella di una volta e doveva sempre dare un'occhiata ai suoi libri perchè si sa, nelle formule basta una parola diversa e il risultato cambia -Barbis! Esclamò contento per il guizzo di memoria. Virginio lo fulminò con un'occhiataccia: -Zitto! Vuoi che scompaia io con tutte le mie pozioni magiche? Lo sai che la formula va pronunciata solo mentre prepariamo la pozione! - Porfirio annuì mortificato.
Virginio e Porfirio si erano messi davanti al pentolone armati del veleno di scorpione prelevato fresco dal povero scorpione che, rattristato, era subito andato nella sua tana che ancora Virginio non aveva trovato. Virginio e Porfirio stavano aggiungendo gli altri ingredienti della
formula e si accingevano a recitare al contempo la stessa formula che avrebbe causato l'invisibilità dell'agenda messa sul caminetto dal mago ma proprio quando stavano dicendo"Barbis!" la porta si spalancò facendo sobbalzare il povero Sumeris che, spaventato, saltò sul caminetto e così scomparve assieme all'agenda. Virginio lanciò un'imprecazione: che cosa sarà adesso successo a quel povero gatto? Poi, adirato, si girò verso i due nuovi arrivati. -
Sagitta, Bilanz, quante volte ho detto che occorre bussare prima di entrare? - Tuonò.
I due malcapitati si guardarono perplessi e replicarono a voce sommessa - Abbiamo bussato ma nessuno ci ha risposto. Allora abbiamo pensato che magari, vista la sua tarda età potesse aver bisogno di aiuto... - Virginio divenne paonazzo. - Tarda età di chi? Ditemi velocemente cosa vi serve prima che vi mandi a fare compagnia a quel povero gatto! -
Bilanz arrossì e un po' balbettante disse: - Mago Virginio, le sa... insomma, mia figlia Virgo Talenta vuole diventare anche lei praticante di magia... insomma, sta facendo non so che cosa con delle erbe ma io preferisco sentire cosa ne pensa il grande Mago Virginio! -
A quel punto Porfirio insorse: - Grande? E io allora? Carissimo, non sai che fortuna ti è toccata, perché qui di fronte a te hai ben due maghi di cui, modestamente io, Porfirio, il più geniale! - A quella affermazione, Virginio, che stava bevendo un po' d'acqua per riprendersi un po' dagli ultimi avvenimenti, iniziò a tossire perché l'acqua gli era andata di traverso. Senza comunque dire una sola parola, si affrettò a seguire
Bilanz, Sagitta e Porfirio che già si stavano avviando.
La casa di Bilanz era molto semplice e come arrivarono a varcare il giardino, corse loro incontro una ragazza agitatissima. - Mago Virginio, venivo giusto a chiamarla! La casa è infestata dagli spiriti, devo aver sbagliato qualcosa nel recitare la mia formula... eppure sono sempre così precisa! -
Virginio alzò gli occhi al cielo. Aveva visto al mattino che il perfido Marte si trovava in aspetto negativo alla sua Luna e al suo Nettuno ma mai avrebbe pensato che questo avrebbe significato che avrebbe anche dovuto, oltre a sopportare i pasticci del cugino, anche fare il cacciatore di fantasmi altrui! - Virgo carissima, spiegami esattamente cosa è successo! -
La ragazza, spaventata e piangente, raccontò che proprio mentre stava per recitare la formula magica della pozione che avrebbe guarito sua nonna dai mali di stagione, improvvisamente qualcosa le aveva arpionato la gonna facendole un graffio sulla gamba. Si era voltata prontamente ma nella stanza non c'era nulla. Dopo qualche attimo, però, aveva notato che la bistecca sul tavolo, preparata per il pranzo odierno.... stava camminando da sola e,
acquattatasi in un angolo della stanza, qualcosa di invisibile la divorava prontamente. Erano evidentemente i fantasmi ma non c'erano mai stati prima di quel momento e la ragazza non capiva.
Virginio guardò la ragazza, poi perplesso Porfirio ed esclamò: - Credo di aver capito. Porfirio, Sumeris adesso lo abbiamo ritrovato! - e prima che il cugino potesse replicare, entrò nell'abitazione. Si guardò attorno e trovò subito i resti della bistecca, quindi esclamò: -Sumeris! Vieni subito qui! - Le vesti del mago si mossero e a Virginio sembrò di sentire come una carezza calda alla gamba. - Bravo Sumeris. Adesso però torniamo a casa... - e così dicendo, prima che Porfirio, che nel frattempo chiacchierava amabilmente con Sagitta e Bilanz potesse fare altri danni, recitò la formula che annullava l'invisibilità. Subito comparve uno splendido gatto nero che Virginio prese in braccio prontamente e, uscito dalla casa, tranquillizzò Virgo Talentuosa e le fece i complimenti per l'ottima pozione che aveva creato, chiedendogliene un flacone per la sua collezione di medicinali.
Porfirio guardò con ribrezzo il gatto Sumeris che nel frattempo gli stava ringhiando contro e seguì mestamente Virginio verso casa. |