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Il magico mondo di Astralis

L'Orologio Cosmico

 

Il Mago Virginio si trovava a passeggiare, con aria sconsolata, lungo il fiume de Bellico che tagliava in due Astralis come una torta. Osservava l'acqua e rifletteva… Pure lui, che era un Mago ormai certificato dall'Ordine dei Maghi Celesti, che  sapeva combattere con mille magie le cattiverie del mondo, attraversava dei momenti di grande stanchezza e questi momenti erano sempre piu' frequenti. Anche questo era uno di quei momenti: si sentiva addosso tutti gli anni del mondo e non riusciva piu' a tenere il conto delle cose che gli stavano cadendo come tegole sulla testa.

Si fermo' a riflettere guardando l'acqua…. L'acqua che scorreva placida e chiara, come la sua anima che si celava dietro l'animo burbero. Tutto stava andando storto: le forze del Male avevano avvolto Astralis , addormentando tutti i suoi abitanti e lui non sapeva cosa fare. Avrebbe dovuto agire, debellare il Male… 

Ma per fare questo, avrebbe dovuto affrontare Capricornia, sua sorella. Perche' era lei, che gli stava dichiarando guerra e non si sarebbe fermata fino a quando non lo avesse distrutto.

O lui avesse distrutto lei. Ma Virginio non voleva distruggere nessuno e non sapeva capacitarsi della stupidita' che aveva preso Capricornia che, improvvisamente, si era rivoltata verso suo fratello. E per cosa, poi? Per dominare Astralis e poter essere acclamata da tutti come la Regina delle Forze Occulte.

L'acqua continuava a scorrere e Virginio ripensava a lui e Capricornia quando erano bambini. Gia' portati verso la magia, si rivedeva mentre dipingeva simboli e figure che poi utilizzava come rituale per guarire gli scoiattoli feriti… E sua sorella che, contemporaneamente, ripeteva "Virginio, ma che fai? Ogni mago che si rispetti, deve fare cose ben diverse! Trasforma lo scoiattolo in un rospo! Scatena un temporale sulla casa dell'antipatica Cancerina in modo che le si scoperchi il tetto… Allora si, che tutti ti rispetteranno!".

Poi le loro strade si erano divise per ritrovarsi solo ora: nel confronto diretto tra loro due. Una nube oscura avvolse il cielo: ecco gli strali di Capricornia che si avvicinano! Penso'.

"Virginio! Dove sei? Mica starai scappando!" il ghigno di Capricornia risuono' per la valle.

Virginio, rassegnato, si volto': non sarebbe scappato, ma non sarebbe nemmeno riuscito a levare un sola mano contro sua sorella.
Ad un tratto la vide: vestita di onice, sul cavallo Aquileio, i capelli biondi al vento. "Guarda Virginio, guarda. Ecco cosa faccio del tuo orologio Astralis!" e cosi' dicendo butto' a terra lo splendido orologio cosmico in cristallo puro che Virginio aveva regalato ai bambini del Paese perche' imparassero le antiche leggi dell'Universo.

Mentre l'orologio stava per cadere a terra,, si  levo' un grido di bambino "Nooo!" ed il piccolo Geminino, fino a quel momento rimasto come per miracolo nascosto dietro al piccolo carro della guarnigione di Capricornia, si lancio' in un tenero tuffo, nel disperato quanto vano tentativo di salvare l'orologio dalla dissoluzione del tempo.

Ma l'orologio cadde.

Fece solo un piccolo rimbalzo.

Poi si frantumo' in mille pezzi, lasciando fuoriuscire uscire le piccole figure magiche che erano contenute all'interno. Mille pezzi di cristallo… E mille lacrime di Geminino, una per ogni bambino del paese che aveva imparato ad apprezzare le potenzialita' di quell'orologio che non era piu' di uno, ma di tutti i bambini di Astralis, di coloro che non avevano piu' magie in cui credere, e la voce era corsa da una parte all'altra del Mondo Conosciuto ed anche coloro che non lo avevano mai visto raccontavano le sue meraviglie.
A quel punto Virginio si senti' pervadere da una gran rabbia. Non per se', non per dimostrare la sua grandezza di mago… Ma per le lacrime incessanti di quel piccolo bambino che, al contrario dei grandi, aveva capito il significato reale del Tempo che scorre inesorabile.

Levo' la mano e si preparo' a pronunciare l'anatema definitivo, quello che mai avrebbe pensato di dover pronunciare, e proprio contro sua sorella, che in quel momento lo stava deridendo. "Avanti, Virginio! Cosa aspetti? Fai vedere quanto sei Grande!"

Solo in quell'attimo capi':  sotto le spoglie di Capricornia si celava il perfido Plutonis che lo stava mettendo alla prova, assumendo le sembianze di sua sorella. Come avva fatto a non non averlo capito prima? Plutonis stava toccando l'astro notturno…. E la lezione che ne ricavava era di dover dominare il suo lato oscuro. Non avrebbe reagito.

Abbasso' la mano, sorrise lievemente e guardo' il cielo: l'oscurita' stava lasciando il posto ai primi raggi di sole mentre la risata moriva in gola alla falsa Capricornia che pian piano si trasformo' nel Demoniaco Plutonis per poi scomparire nel nulla…

Virginio si avvicino' a Geminino che ancora singhiozzava sui mille pezzi dell'orologio di cristallo.

"Era cosi' bello…. Mago Virginio e l'hanno distrutto…!"
Il Mago si avvicino' fino ad accarezzare i capelli di Geminino e, sempre sorridendo dolcemente, gli rispose "Un orologio e' pur sempre un orologio… Come e' stato creato una volta, si puo' crearne una seconda e la seconda sara' magari ancora piu' bella della prima… Ma non e' questo che importa. E' piu' importante  capire cosa questo orlogio voleva comunicare. 

Di essere positivi, di sapersi risollevare dalle difficolta', di avere uno scopo nella vita…. E questo ha potuto esprimerlo solo grazie all'aiuto di tutti." Si guardo' attorno osservando il paese ancora addormentato.
"Vedi? A cosa serve quell'orologio in un paese di persone addormentate? 

A fare solo sfoggio di se stesso…. Ma e' totalmente inutile. Allora, smetti di rimpiangerlo…. E se davvero questo orologio era cosi' importante per te, costruiscine un altro, magari piu' bello…. Ma  senza dimenticare di chiedere l'aiuto degli altri. E chi capira' il vero significato ed andra' oltre le apparenze… Ti seguira' fino in fondo, sempre."

Cosi' dicendo, Virginio raccolse un pezzetto di cristallo, il piu' luminoso dai mille riflessi e lo porse a Geminino "Ma se deve servire solo a te stesso, allora guarda, ecco un bel ciondolo per il tuo portachiavi!"
Geminino si asciugo' le lacrime, resto' un atimo in silenzio, volse lo sguardo al cielo che nel frattempo si andava completamente rischiarando… 

Poi s'illumino' e disse "Virginio" Ne non sarebbe meglio costruirlo in bachelite? Sarebbe senz'altro piu' robusto e non finirebbe nuovamente in mille pezzi!" e senza nemmeno attendere la risposta corse contento verso il paese che si stava risvegliando, gridando "Saggita! Bilanz! Cancerina! Ho avuto un'idea meravigliosa ma ho bisogno di voi…!"

E Virginio lo segui' col suo enigmatico sorriso.

 

Testi di Selena Traversi - Tutti i diritti Riservati