LA SETA DEL MARE Intervista a Chiara Vigo |
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“8 Fecero il pettorale, lavoro d’artista, come l’efod:
con oro, porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. (…) 43
Mosè vide tutta l`opera e riscontrò che l’avevano eseguita come il
Signore aveva ordinato. Allora Mosè li benedisse.” (Pentateuco-Esodo
cap. 39)
Il
Bisso, come si evince da questo passo della Bibbia, è stato da sempre
ritenuto un materiale preziosissimo, con cui fare paramenti sacri o
regali. Ma cos’è esattamente questo materiale, chiamato anche “seta
del mare”? Il
bisso si ottiene da un filamento che secernono alcuni molluschi che si
trovano nei fondali dell'Isola di Sant'Antioco. Dopo un’accurata
pulitura da residui marini come alghe e conchiglie, viene tessuto e tinto
secondo un'antichissima tradizione che rimanda addirittura ai Fenici.
Chiara Vigo, tessitrice sarda,
è l’unica in Europa ed una delle poche al mondo che ancora tesse questa
"seta del mare". Portando avanti un'arte
complessa, che richiede maestria e pazienza: tinge il suo bisso con erbe
che raccoglie durante il periodo di luna nuova, lo stende solo quando tira
il libeccio, lo tratta con il latte di capra e lo fila solo con un fuso di
canna passando poi al lavoro su un pesantissimo telaio in legno, ripetendo
all'infinito gesti di certosina precisione. Una
delle sue più affascinanti opere è un arazzo in miniatura, sul quale è
ammirabile la figura stilizzata di un leone. Chiara
VIGO è una persona molto cordiale ma al contempo decisa e battagliera.
Chi si immagina di trovarsi di fronte a una fragile donnina unicamente
intenta a tessere bisso, senza contatto con la realtà, avrà qualche
indubbia sorpresa. Quando mi riceve nella sua “Casa del Bisso”, Chiara
è indignata per vari motivi con le
autorità locali. Innanzitutto non le concedono locali idonei per una
corretta esposizione delle preziose opere da lei realizzate, così come un
adeguato supporto tecnico-logistico per la scuola di lavorazione del bisso
che costituisce un vero patrimonio dell'umanità. Infatti
Chiara precisa: “Il bisso non si vende! In quanto il Maestro, tenuto al
giuramento dell'acqua, può solo prendere la remunerazione del suo lavoro
e non farne commercio traendone profitto”. Inoltre mi mostra come sopra
il suo laboratorio sia impropriamente immagazzinato un vero e proprio
tesoro di reperti religiosi e
così, come in un affascinante viaggio attraverso il tempo, osservo
reperti lignei di oltre 500 anni fa, tra cui spicca un Gesù bambino molto
particolare. “Osserva bene” aggiunge Chiara “i suoi occhi sono in
cristallo così da farli sembrare veri”. Con aria sconsolata si guarda
attorno e aggiunge “Tutto questo dovrebbe però trovarsi nell'ambiente
più idoneo alla sua conservazione e restaurato ma finora le istituzioni
fanno orecchie da mercante”. Torniamo
al laboratorio e ne approfitto per porle qualche domanda.
Tenuto
conto e fermo il concetto che un Maestro vuole avere la libertà di
trasferire senza intercessioni quanto conosce. (Bottega-Scuola
direttamente gestita dal Maestro in tutte le sue funzioni).
Altre
città di tipo costiero che vantano attualmente patrimoni precedenti (vedi
Atene, vedi Tokyo) dimostrino con reperti cartacei e di tessuto la loro
storia precedente.
Nasce
a Calasetta (Cala di Seta) nel 1955 non a caso quindi vive a Sant'Antioco
con sua nonna alla quale viene affidata dopo la morte di suo padre. Cresce
in una casa dove vivono il bisnonno, la bisnonna, il nonno, la nonna e uno
zio esperto di lingue antiche (Ebraico, Aramaico, Greco e Latino). I suoi
giochi sono stati le arti poiché ognuno dei suoi parenti era un Maestro
di arti diverse con relativa Bottega. Ha avuto un'infanzia felicissima
ricca di attenzioni, di pace e serenità.
Con
ben 4 pianeti (Giove, Urano, Nettuno, Plutone) in posizione retrograda al
momento della nascita, Chiara è quella che i tibetani chiamano
“un’anima antica”, ossia una persona designata a compiti speciali e
pertanto dotata di conoscenze quasi medianiche relative a scienze antiche.
La posizione di Giove e Urano, congiunti nel segno del Cancro, spiega
anche il legame molto stretto tra Chiara e il mare. La componente Aquario
piuttosto forte (Sole e Mercurio) ne caratterizza una personalità
inconsueta, anticonvenzionale e molto idealista.
S.
Antioco, oltre ad essere il Patrono dell’omonima località che da lui
prende i nome, è anche il Patrono della Sardegna e si festeggia il
quindicesimo giorno dopo la Pasqua, il 1° agosto e il 13 novembre. Il
sabato precendente al quindicesimo giorno dopo la Pasqua
si svolge la sfilata de "Is coccois". Per l'occasione le
donne più esperte del paese nella produzione del pane preparano dei
piccoli pani speciali bianchi e lievitati detti "Coccòis de su Santu",
decorati con motivi floreali e piccoli uccelli; is coccois sono portati da
gruppi di fedeli nella Basilica e per alcune settimane sono tenuti ad
ornamento del simulacro e delle reliquie conservate nella basilica di
Sant'Antioco. Un’altra
tradizione molto sentita è quella legata al simulacro della
Madonna-bambina dormiente. A partire dal 14 agosto e per tutta la giornata
del 15, il sacerdote al termine di ciascuna messa, secondo un antico rito
bizantino, benedice dei fasci di basilico (il cui profumo intenso è
associato alla spiritualità) posti intorno al simulacro della Madonna
esposto nella Basilica.
Molto
sentito è anche il culto dell’acqua, che attribuisce poteri
taumaturgici alle fonti ed alle sorgenti. A Capoterra, ad esempio, i
fedeli, dopo aver bevuto l’acqua sorgiva della grotta di Santa Barbara,
depongono in una sporgenza della roccia una piccola croce ottenuta con due
stecchi. di Laura Poggiani - Tutti i diritti riservati |