Il
legame tra l'Arte e l'osservazione del cielo, dei corpi celesti che lo
riempiono e dei loro influssi sulla vita dell'uomo si stabilì in
epoca remota.
Nel
libro dell' Iliade, viene così descritto lo scudo di Achille che
aveva realizzato Efesto: "e fece per primo uno scudo grande e
pesante ornandolo dappertutto; un orlo vi fece, lucido, triplo,
scintillante, e una tracolla d'argento. Erano cinque le zone dello
scudo, e in esso fece molti ornamenti con i suoi sapienti pensieri. Vi
fece la terra, il cielo e il mare, l'infaticabile sole e la luna
piena, e tutti quanti i segni che incoronano il cielo, le Pleiadi, l'Iadi
e la forza di Orione e l' Orsa che chiamano con il nome del Carro:
ella gira sopra se stessa e guarda Orione, e sola non ha parte dei
levacri d' Oceano."
Possiamo
quindi affermare che la più antica opera d'arte con una
rappresentazione del cielo e delle sue costellazioni è attribuibile
al tempo degli Dèi, al Dio Efesto.
Il corpo umano stesso diventò una mappa astrologica con la
diffusione, fin dal XIII secolo, della "Melothesia", una
dottrina codificata in epoca romana da Manilio: a ogni parte del corpo
veniva fatto corrispondere un segno zodiacale; la medicina astrologica
indicava perciò la predisposizione verso determinate malattie a
secondo del segno di nascita, evitando di operare se la Luna era nel
segno a cui apparteneva l'organo malato e scegliendo le cure fra
le erbe dominate da quel segno.
L' Arte, specchio di cultura, rifletté questa ramificata penetrazione
della sapienza astrologica nel pensiero occidentale, con una
proliferazione di immagini collocate nelle Chiese, nei palazzi di
corte, in quelli Pontifici.
Dal Medioevo al Rinascimento venne realizzata in Italia una notevole
serie di cicli astrologici, con caratteristiche tipologiche
differenziate: dalle strutture a calendario, con l'associazione dei
segni zodiacali a ogni mese dell' anno, alle esposizioni degli
influssi dei Pianeti e dei segni sulle attività dell' uomo; dalle
mappe celesti, alle raffigurazioni delle origini mitologiche delle
costellazioni.
La complessità maggiore si riscontra nei cicli in cui è raffigurato
un oroscopo: si tratta della particolare situazione del cielo in
corrispondenza di eventi importanti o al momento della nascita ( la
genitura) del committente.
I potenti del Rinascimento, come gli imperatori romani, affermavano
l'inevitabilità della loro gloria attraverso il tema della loro
genitura. Cosimo il Vecchio fece affrescare un oroscopo nella
sagrestia Vecchia di San Lorenzo; e dopo di lui tutta la famiglia de'
Medici si interessò di astrologia e affidò una lunga serie di cicli
a grandi artisti: da Luca della Robbia a Vasari, al Bronzino.
Il potente banchiere senese Agostino Chigi fece realizzare il proprio
oroscopo alla Farnesina da Baldassarre Peruzzi, affidando poi a
Raffaello la decorazione con tema astrologico della propria cappella
funebre. Lo stesso Raffaello dipinse, su richiesta di Giulio II, la
situazione del cielo al momento della sua elezione al papato, nella
stanza della Segnatura in Vaticano.
Le decorazioni degli appartamenti vaticani riflettono in modo
inequivocabile la complessa realtà culturale dell' epoca: negli
appartamenti di Alessandro VI Borgia, Pinturicchio illustrò gli
influssi dei pianeti sulle attività e il carattere dei loro
"figli"; nella sala dei Pontefici , Giovanni da Udine e
Perin del Vaga dipinsero su commissione di Leone X Medici, le
immagini dei papi accanto a quelle delle costellazioni; sullo scorcio
del Cinquecento, Gregorio XIII faceva poi decorare la volta della sala
di Bologna con una dettagliata mappa celeste.
Sarà solo con la fine del Cinquecento che la "erudita
superstitio" (come è definita l'astrologia dal Cumont) verrà
dimenticata: nei secoli successivi i temi astrologici torneranno sulle
volte o sulle pareti dei palazzi, ma ridotti a motivi puramente
decorativi.
"L'
astronomia" (1508), Roma, Palazzi Vaticani Stanza della
Segnatura.
L'affresco di Raffaello rappresenta, secondo
una recente ipotesi, il
cielo di Roma al momento dell' elezione sul soglio pontificio di
Giulio II avvenuta il 31 Ottobre
1503, tre ore dopo il tramonto. Il
papa della Rovere era talmente fiducioso nei pronostici degli
astrologi, che rimandò il giorno della propria
incoronazione per attendere un cielo favorevole.
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Firenze,
Palazzo Vecchio - sala di Leone X
Nel dipinto del Vasari, accanto all' immagine del duca in armi c'è,
in basso a destra, il Capricorno.
Questo
non era il segno di Cosimo, ma il suo ascendente. Il
Duca aveva scelto di porsi sotto la protezione di questa
costellazione,
proprio perché era Il
segno
di Augusto imperatore oltre
che dell' antenato Lorenzo il Magnifico e dell'
Imperatore Carlo V, alla cui politica era legato.