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ARCHEOLOGIA
DEI MISTERI
di Paolo Forni
Ormai da diversi anni si assiste al
proliferare di sempre nuovi studi e ricerche su tutta una serie di aspetti del passato non
sempre considerati a sufficenza, più o meno intenzionalmente, dalla archeologia
tradizionale. D'altronde mai come in questo periodo abbiamo avuto bisogno di risposte a
domande quali "Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando?".
In tutto il mondo sono stati ritrovati reperti e documenti che, se analizzati con rigore
scientifico, potrebbero implicare una necessaria revisione di tutte le acquisizioni in
campo storico archeologico concernenti il genere umano. Esistono imponenti strutture
architettoniche (ad esempio le piramidi e i templi d'Egitto, i megaliti di Stonehenge in
Inghilterra, le statue dell'Isola di Pasqua, i resti della città di Tiahuanaco in
Bolivia, ecc.) per le quali le teorie tradizionali non riescono a fornire una ragionevole
spiegazione. Ecco allora che sempre nuovi studiosi, ribellandosi ai dogmi della dottrina
archeologica tradizionale, hanno intrapreso studi e ricerche in questo settore che alcuni
hanno definito come Archeologia dei Misteri.
I metodi d'indagine sono stati i più
svariati. Taluni hanno utilizzato mezzi piuttosto discutibili come il trance ipnotico o la
chiaroveggenza, altri invece hanno seguito metodi più scientifici non escludendo a priori
l'uso di alcun strumento che le varie discipline dello scibile umano potevano fornire. I
nuovi libri hanno riempito i mercati e taluni di questi sono diventati dei veri e propri
best sellers.
Volendo individuare degli elementi di base
comuni a queste nuove teorie, si può dire che uno dei principali risulta essere il
seguente: la nostra attuale civiltà globale non è stata la prima sulla Terra, ne è
esistita almeno un'altra se non pari senz'altro superiore tecnologicamente. Questa
premessa scaturisce dal fatto che per la realizzazione di determinate costruzioni e altri
reperti del passato erano necessari mezzi evoluti, forse anche più di quelli di cui la
nostra civiltà attuale dispone, e senz'altro non erano sufficienti tutta la buona
volontà e il fervore di uomini appena usciti dall'età della pietra. Per spostare
blocchi del peso di 200 tonnellate e porli magistralmente in opera servono tecnologie
avanzate e non solo belle parole! Molti autori citano costantemente nelle loro opere i
miti di Atlantide e Lemuria, le antiche civiltà tragicamente scomparse a seguito di
immani catastrofi naturali.
Altro elemento:
i miti, che sono stati
quasi sempre considerati come un puro parto della fantasia umana, debbono invece essere
considerati ed interpretati attentamente in quanto potenziali resoconti di eventi
realmente accaduti in epoche remote. Questa premessa del resto è stata più volte
verificata in passato in occasione di sensazionali scoperte archeologiche; si pensi alla
mitica città di Ilio ritrovata grazie alla cocciutaggine di H. Schliemann nella Turchia
occidentale, luogo esatto dove Omero nell'Iliade l'aveva situata. Oppure si pensi alle
antiche città indiane di Harappa e Mohenjo Daro trovate proprio là, nella valle
dell'Indo, dove le antiche scritture sanscrite conosciute come Rig-Veda dicevano che
erano. Certo il linguaggio dei miti non è sempre "in chiaro", talvolta deve
essere "decriptato", ed è frutto di patrimoni culturali e modi di sentire
profondamente diversi dal nostro. Tuttavia lo studio dei miti e della loro somiglianza in
tutto il mondo può essere una chiave per poter giungere alla spiegazione di tanti antichi
"misteri". Si pensi soltanto al mito del Diluvio Universale presente tra tutti i
popoli della Terra.
E' stato verificato da tempo che molte
antiche costruzioni risultano orientate astronomicamente. Questo elemento non dimostra
solamente che popoli dell'antichità, come gli Egizi ad esempio, avevano un sistema di
conoscenze astronomiche estremamente evoluto, ma fornisce anche lo spunto per poter
utilizzare nell'indagine strumenti forniti da quella disciplina denominata
Archeoastronomia. Così, una volta accertata dall'esame della documentazione
storico-mitologica la volontà degli antichi costruttori di allineare le proprie opere a
ben precisi riferimenti astronomici, si può anche risalire ad una datazione precisa della
realizzazione stessa. Ovviamente ciò implica un uso esteso di strumenti quali il computer
con un software astronomico che consenta di ricostruire una simulazione dei cieli nelle
varie epoche. Trovato il cielo che si accorda con l' allineamento della costruzione
progettato dagli antichi, si dovrà solo leggere la data relativa.
Spesso dimenticati da lungo tempo
giacciono nelle biblioteche di tutto il mondo numerosi libri contenenti resoconti e studi
che possono fornire informazioni utili all'indagine. Gran parte degli autori hanno
letteralmente setacciato le biblioteche e non solo quelle alla ricerca di scritti che
potessero gettare luce sui misteri oggetto dello studio. Questo ha fatto sì non solo che
le bibliografie allegate alle opere siano quasi sempre cospicue, ma spesso è stato
constatato che la formulazione di determinati concetti era già avvenuta in epoche
storiche passate.
E' estremamente necessario mantenere la
massima apertura mentale ed evitare di escludere a priori alcune ipotesi che possono
risultare fondate in seguito ad un'indagine più approfondita. Spesso la dottrina
tradizionale è restia ad accettare nuove teorie che mal si inseriscono nel sistema di
conoscenze acquisite, specie se queste nuove comportano una revisione totale dei concetti
consolidati. Così anche le prove archeologiche poste a sostegno vengono spesso
accantonate, non considerate e talvolta derise. Ora se è buona cosa che ogni nuova teoria
debba essere rigorosamente vagliata e verificata prima di poter essere inserita nel corpo
dottrinale delle conoscenze, è anche necessario che ciò sia fatto senza pregiudizi e
pudori di casta.
E' stato riscontrato che quasi tutti i miti
dei popoli raccontano come le conoscenze fondamentali alla base della civiltà
(l'agricoltura, l'allevamento, la metallurgia, l'arte, l'astronomia, il diritto, ecc.)
siano state donate dagli dei provenienti dal cielo. Molti autori hanno ipotizzato la
visita, sin da tempi remoti, sulla Terra di esseri evoluti provenienti da altri pianeti
che agli occhi dei primitivi terrestri apparivano come dei. L'ipotesi ovviamente, data
la portata, deve essere ancora verificata rigorosamente, tuttavia non si può certo
escluderla a priori. In fondo anche la nostra civiltà ha cominciato l'esplorazione
dell'universo e ci sono per il futuro progetti di colonizzazione dei corpi celesti più
vicini. Non si può escludere che nell'universo anche vicino a noi ci siano, o ci siano
stati in passato, esseri intelligenti capaci di fondare civiltà più progredite della
nostra, in grado di superare le grandi distanze cosmiche e colonizzare il nostro pianeta.
Questi concetti hanno dato il via ad un filone di ricerca chiamato Archeologia Spaziale
che ha affascinato e continua ad attrarre numerosi lettori e che pone in primo piano
l'ipotesi extraterrestre come spiegazione dell'origine della civiltà sulla Terra.
Altri autori propendono più per una
evoluzione, in epoche remotissime, di civiltà autoctone sulla Terra poi tragicamente
scomparse a seguito di immani cataclismi. I superstiti di tali civiltà potrebbero aver
portato le loro conoscenze ad altre popolazioni primitive sopravvissute, agli occhi delle
quali apparivano come dei. Anche questa ipotesi non può essere scartata a priori.
In fondo quando i Conquistadores spagnoli giunsero presso le popolazioni
precolombiane furono da queste considerati come dei. Del resto la cosa può facilmente
verificarsi ancor oggi. Si pensi ad un elicottero che atterri in un villaggio sperduto
dell'Amazzonia tra indigeni primitivi che non hanno mai visto niente di simile: i loro
miti parlerebbero certamente per lungo tempo di un uccello di pietra tonante che partorì
dal suo ventre una divinità chiamata "Pilota" capace di sorprendenti
prodigi come scacciare gli spiriti cattivi dai malati dando loro una piccola cosa detta
"aspirina con acqua", generare un fuoco con uno strano oggetto detto
"accendino", lanciare fulmini mortali con una canna tonante detta
"fucile", e infine rientrare nel ventre dell' uccello di pietra per tornare in
cielo nella dimora degli dei. Probabilmente avrebbe anche il suo totem nel villaggio e gli
sciamani conserverebbero come sacri i preziosi oggetti regalati dal dio "Pilota
dalla canna tonante".
Gli elementi qui esposti sono solo alcuni dei
più frequenti emersi nella letteratura del genere. Molte altre particolarità ed ipotesi
avvincenti possono essere scoperte leggendo la vasta bibliografia esistente in materia di
cui si riporta in calce solo un piccolo campione. Su Internet poi si trovano già da tempo
numerosi siti interessanti più o meno specializzati che il lettore appassionato
apprezzerà come fonte di aggiornamento e possibilità di utile scambio di idee.
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LINKS INTERESSANTI
ITALIANI
Società Italiana di Archeoastromomia
http://www.brera.inaf.it/archeo/index.htm
IL PARANORMALE -
ARCHEOLOGIA SPAZIALE "ALIENI NEL PASSATO"
https://www.ilparanormale.com/misteri/archeologia-spaziale-alieni-nel-passato/
Civiltà antiche e
antichi misteri
http://civiltaanticheantichimisteri.blogspot.com/2015/12/archeologia-spaziale.html
Alla Scoperta delle Civiltà Perdute
http://digilander.libero.it/danko77
Le antiche civiltà Colombiane
http://www.scaruffi.com/travel/colombia.html
Pagine di Pietra
http://www.stonepages.com/homita.html
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